Ancora repressione e securitarismo: no al nuovo decreto sicurezza

Lungi dalle specificità il nuovo decreto sicurezza, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 16/11/23, punta a trattare di tante cose, ma nell’effettivo si limita a limitare la libera circolazione e privata sicurezza dellə cittadinə che afferma di sostenere.  Si parla di assicurazione dal terrorismo, eppure due righe espresse a riguardo, lì dove non è…

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Lungi dalle specificità il nuovo decreto sicurezza, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 16/11/23, punta a trattare di tante cose, ma nell’effettivo si limita a limitare la libera circolazione e privata sicurezza dellə cittadinə che afferma di sostenere. 

Si parla di assicurazione dal terrorismo, eppure due righe espresse a riguardo, lì dove non è possibile avere una quadra su cosa effettivamente diventi sanzionabile, cosa punibile, cosa no. Appare allora che per il nuovo governo la metodologia sola ed efficace  nella lotta al terrorismo sia la la lotta ai social ancor più che alla guerra vera; oltre che la repressione da parte delle forze armate, dato che il decreto prevede lo stanziamento di più di un miliardo e mezzo di fondi per le forze dell’ordine, il tutto mentre si fanno tagli alla sanità, all’istruzione e alla ricerca: in una situazione critica come questa, in cui non è garantito a pieno un diritto fondamentale come quello allo studio, è inaccettabile che i fondi pubblici vengano impiegati in tal modo. Quasi 2 miliardi.

Si faccia presente di come sia sancita fra l’altro la possibilità per agenti NON in servizio, di portare con sé armi diverse da quelle di ordinanza concesse se in servizio. Che di per sé il semplice concedere armi ad un uomo er far “giustizia” è pura follia.

Si tratta di beni confiscati alla mafia i quali, qualora “insanabili” nel loro stato di rinvenimento, sarebbero da demolire, così che il Comune possa ri-acquisirne il terreno, eppure cosa li definisce come insanabili? Si parla di abusi non sanabili ma non si fa parola di ipotetiche condizioni di degrado urbano, per cui come definire se e quando un bene confiscato, piuttosto che riacquisire vita persa sia da devastare (con il dispendio economico annesso a tale pratica ed ancor più il sempre maggior guadagno di privati in accordo con il Comune pronti a richiedere prezziari per i terreni a disposizione). 

Ancora, si parla di revoca di cittadinanza concessa allə condannatə stranierə per specifici reati, la quale è prorogata da 3 a 10 anni. Su cosa potrebbe infine ricadere tale decisione? Sicuramente sull’ammontare dellə reclusə in CPR in tutta Italia, ancor oggi in gravissime condizioni.

Ancora, nel caso in cui lə reclusə internamente al CPR volesse tentarle tutte pur di respirare aria pulita e liberatoria che tanto gli apparterrebbe sarebbe punitə, da 1 a 6 anni di reclusione. L’accusa? L’aver istigato alla rivolta.

Come la libertà fosse grazie dello Stato, come la cittadinanza fosse da “meritare”,testualmente,, parole del Presidente del Consiglio.

Si continua poi parlando dei blocchi stradali, tecnica di protesta non violenta usata spesso dallə ambientalistə, passata da sanzione amministrativa a reato quando commesso da più persone, con una pena innalzata dai sei mesi ai due anni di carcere. Questo punto è evidentemente volto a limitare la libertà dellə cittadinə nel fare associazionismo o manifestare, grave oltremodo perché insiste anche su manifestazioni pacifiche, per il semplice fatto di essere state organizzate in anticipo ed in gruppo: i pilastri stessi dell’organizzazione di una manifestazione.

Ancora, di introduce l’illecito nei casi di “occupazione abitativa” ma di fatti ciò lede coloro che, per necessità, si ritrovano ad occupare temporaneamente un immobile formalmente vincolato ma di fatti inutilizzato e/o in stato di degrado urbano. A tal proposito allora si menziona il possibile “danno grave alla persona”, quando con persona non si intende definire vittima di ripercussioni chi effettivamente da tempo è stato abbandonato dallo Stato e costretto a disperdersi per le strade (fra coloro rientrano lə stessə studentə fuorisede talvolta) bensì il proprietario alle Maldive o ancor più l’agente incaricato dello sgombero. Con danno grave, si puntualizzi, si intende anche il danno morale. Nei casi peggiori si prevede l’intervento della polizia giudiziaria.

Cos’altro lede questo? Il diritto alla casa per lə studentə medio che, a disparità di trattamento, con l’ammontare delle spese per il proprio sostentamento, suo e del suo percorso di studi eventualmente ancora in corso, si ritrova a beneficiare di un’occupazione abitativa.

Fatto gravissimo è poi l’annullamento di rinvio dell’esecuzione di pena nei casi di donne incinte. Rinvio previsto per necessità importanti, fra le quali ricordiamolo le deleterie condizioni igienico-sanitarie degli istituti penitenziari o di contenimento che siano. Le carceri italiane non sono a norma, non combattono la qualsivoglia definirla “criminalità” di strada, né tanto meno quella organizzata. In sostanza, disdicevoli, disumani, in definitiva inutili. E difatti nel decreto è punito qualunque, ribadiamo, qualunque tentativo di rivolta anche pacifica internamente alle mura carcerarie.

Ancora, diviene reato “ostativo” la banale e generica “istigazione a disobbedire alle leggi”, che di per sé, così definita non significa assolutamente nulla, eppure lo si è visto con il caso di Alfredo Cospito cosa si intende per reato ostativo.

Tutta questa discussione tenutasi il 16/11/23, partita alle ore 15.24 di fatti si è conclusa 1h dopo, alle 16.48. C’è voluto poco per rovinare ancora la vita di tante soggettività diverse su territorio.

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